venerdì 29 agosto 2008

TANUZZU.

La zzita, na bagascedda di paisi, la iva a pigliari e la ritornava a casa quando più gli faceva comodo; se la sbatteva proprio li dietro casa sua intra un curtiglu solitario e abbandonato, il suo impegno era saziare la sua voglia di giovincello, pretendeva anche sotto minaccia, che gli leccasse i coglioni mentre gli riversava la sua semenza in faccia, a seguito lo ripuliva con la lingua come leccarsi un gelato, era una maniera per farla sentire sottomessa, lei lo compiaceva, si rumoreggiava che in alcune occasione la aveva obbligato a prostituirsi, sicuramente non gli mancava la sufficiente capacità.





TRATTO DAL LIBRO: "cosi ca putissiru succediri a Naro."

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